Inquinamento indoor

Inquinamento indoor, questo sconosciuto.

Che cos’è e perché fa male?

Il mondo ideale è ricco di vegetazione, senza inquinamento e privo di malattie, ma il mondo dove abitiamo è diverso. I principali sistemi di informazione ci dicono che l’inquinamento uccide quasi dieci milioni di persone ogni anno, oltre un terzo in più rispetto al tabacco. È la causa principale di molte morti premature.

Respirare è un’attività di cui non si può fare a meno, indipendentemente dall’inquinamento presente nell’ambiente.

Oltre all’inquinamento esterno, di cui già conosciamo l’esistenza, dobbiamo anche fare i conti con l’inquinamento domestico, altrimenti detto inquinamento indoor.

La popolazione trascorre oltre l’80-85% del proprio tempo fra quattro pareti e l’aria interna contiene più di un centinaio di sostanze chimiche potenzialmente dannose. Se consideriamo che ogni persona adulta esegue tra i 16 e 20 atti respiratori al minuto, e che quindi esegue ogni giorno dai 23mila ai 28mila atti respiratori, per circa 14-20 mila litri d’aria, si comprende bene quale peso abbia il problema dell’inquinamento sulla salute.

Se a questo aggiungiamo che in Italia non c’è una normativa a livello nazionale per il controllo della qualità dell’aria indoor negli edifici generici, si capisce quanto sia importante pensare al significato di inquinamento indoor.

Tenere aperte le finestre, gesto che per anni abbiamo visto fare in casa, non serve più. L’aria esterna è troppo inquinata, come quella interna. Chi abita fuori dalle metropoli, oggi, è più fortunato.

Se si abita in una zona con alte concentrazioni di inquinamento, ad esempio in un appartamento che si affaccia su una strada trafficata, si è costretti a tenere le finestre chiuse durante la giornata e ad aprirle per ricambiare l’aria al mattino presto. Ovviamente lo smog c’è ancora ma i livelli sono molto più bassi.

Perché è importante respirare aria buona

Esistono in commercio prodotti tecnologici che catturano gli agenti contaminanti, come i purificatori d’aria per la casa, sia portatili, che fissi. Questi elettrodomestici aiutano ad avere un’aria buona, ma non risolvono completamente la situazione.

Anche negli ambienti di lavoro, come gli uffici ad esempio, la situazione non è delle migliori. Si pensi che ci sono diverse norme che regolano il microclima, imponendo manutenzioni programmate per diversi componenti dell’impianto di climatizzazione.

Il malessere da ufficio, da luogo chiuso senza finestre perché l’ambiente è climatizzato, esiste ed è connesso alla qualità dei materiali utilizzati. Quando avvertiamo sintomi quali nausea, mal di testa, bruciore agli occhi, dopo una giornata passata davanti al computer è arrivato il momento di valutare qualche verifica.

A casa si verifica lo stesso tipo di malessere quando:

  • Non si aprono le finestre;
  • Si utilizzano di prodotti per la pulizia;
  • Si azionano vaporizzatori temporizzati per simulare aria fresca;
  • Insistono esalazioni da combustione quando si cucina, per effetto del riscaldamento della polvere da impianti accesi, ecc.

Tutto ciò contribuisce a generare sintomi da malessere equivalenti a quelli da malessere d’ufficio. Non si può sottovalutare anche ciò che è avvenuto nel periodo Covid, in cui si è ben compreso quanto sia importante l’igiene e il continuo ricambio d’aria per limitare il proliferare del contagio.

Aria buona in casa: le buone abitudini

Di seguito si evidenzia un elenco di alcuni passi da seguire per stare meglio o comunque limitare la presenza di aria non sana. Basterà seguire alcune buone abitudini utili a contrastare l’inquinamento indoor:

  • arieggiare la casa dopo aver pulito le stanze
  • utilizzare per la pulizia: acqua e prodotti a basso impatto inquinante (prodotti biologici)
  • facilitare il cambio d’aria tra esterno e interno degli ambienti per bloccare tutte quelle fonti di inquinamento emesso dagli elementi che ci circondano: quella del radon che proviene dal suolo (che pochi conoscono), quella dell’arredo, per via delle vernici e delle colle, e quella delle pitture utilizzate per colorare o imbiancare le pareti (sono preferibili le vernici ad acqua!)
  • limitare l’uso di spray
  • pulire gli ambienti dalla polvere per combattere batteri, allergie
  • pulire gli impianti di trattamento aria

Quali sono gli inquinanti più pericolosi al chiuso

Gli inquinanti presenti in un ambiente chiuso sono tipicamente i prodotti utilizzati per la pulizia, le candele profumate, i profumi per l’ambiente e relativi fumi sprigionati, monossido di carbonio, anidride carbonica, formaldeide dei mobili, radon.

Gli inquinanti più pericolosi che colpiscono la nostra salute provengono dagli iperfluorati, presenti in molti prodotti di largo consumo, gli ftalati, impiegati nei giocattoli per bambini, i parabeni, usati principalmente nei profumi e nei saponi, e il bisfenolo A, utilizzato per la produzione di plastiche.

Oltre a tutto ciò, dobbiamo fare i conti con quei gas inodore e incolore che entrano dall’esterno nei nostri ambienti: sono diossine, gas sviluppatosi dalla combustione di materiali plastici e/o da incendi.

Gli elementi di rischio su cui intervenire sono diversi e complessi, a partire dai detersivi usati per le pulizie domestiche. È preferibile scegliere detersivi naturali, detersivi ti tipo biologico, in questo modo oltre a non inquinare l’ambiente domestico e a renderlo profumato naturalmente, evitiamo di inquinare i mari e il sottosuolo. È noto che l’utilizzo di aromi naturali possiedono alcuni benefici a livello psicofisico: come, ad esempio, la lavanda che abbassa lo stress e tiene distante anche alcuni insetti, gli agrumi, ottimi per migliorare le difese immunitarie.

Inoltre, la chimica ci viene in aiuto, esistono prodotti con pH differente. Il valore del pH (pH uguale a 7 è considerato valore neutro, come l’acqua) ci può aiutare a rimuovere lo sporco dalle superfici in modo più efficace.
Ecco qualche buon esempio: se si tratta di sporco unto, grasso o biologico, il detergente con pH oltre il 7 (alcalino) sarà più idoneo, se lo sporco è di tipo calcareo, ambientale, serve un detergente con pH minore di 7 (acido).

Conclusioni

L’inquinamento indoor è un fattore che non siamo abituati a prendere in considerazione, ma in considerazione del fatto che passiamo molte ore in un ambiente chiuso, sarà il caso di seguire alcuni accorgimenti per ridurre questo inquinamento:

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